Déjà-vu
L’opera
“Immersa in una natura verde e preponderante, illuminata da un caldo sole al tramonto la scena è focalizzata su due donne, di profilo, una di fronte all’altra che si guardano fisse negli occhi, serene ma seriose, l’atmosfera suggerisce un’attesa, l’inizio di un dialogo.
La donna di sinistra tiene in mano dei garofani e li porge all’altra donna come silenzioso atto di gentilezza. C’è quiete intorno. Ma se si osserva con maggiore attenzione le due donne sembrano somigliarsi, forse più del dovuto, forse perché sono la stessa donna. Una donna che si regala un atto di gentilezza, di cura… potente.
La sua carnagione chiara e il biondo dorato dei capelli rimandano all’iconografia di Sant’Agata, patrona della città, donna gentile e potente, martire e matrona. Anche i garofani sono un chiaro riferimento alla devozione dei cittadini etnei. Quindi si svela la natura stessa dell’opera eloquente nel suo titolo: è un dejavu quello che si svela davanti ai nostri occhi, una scena che abbiamo già vissuto, una persona che abbiamo già visto. Ho voluto raccontare questo fenomeno psichico perché secondo me è molto rappresentativo della società contemporanea e della sua frenesia, perfettamente interpretata dall’incalzante via vai del sito che ospiterà l’opera.
E allora un’immagine così assolutamente ferma e pacata griderà silenziosamente tra i rumori del traffico urbano, tra il movimento continuo della civiltà contemporanea. Sarà dunque una vittoria ogni volta che l’opera riuscirà a catturare anche per una frazione di secondo l’attenzione di un automobilista, che in quell’impercettibile lasso di tempo, si chiederà se ha visto due volte la stessa figura o se si è ricordato di essere passato lì migliaia di volte e di aver già vissuto questa situazione. Un falso riconoscimento, alterazione del ricordo. L’opera si rivolge proprio alla distrazione, alla spersonalizzazione e all’omologazione della contemporaneità.
Ho preso ispirazione da un quadro di Magritte del 1937 intitolato “La riproduzione vietata”, che vi invito a vedere. Completa infine il quadro un focus su alcuni elementi pixellati che dialogano cromaticamente con i toni gentili dello sfondo che insieme alla centralità della natura e il rispetto per l’ambiente celebrano l’utilizzo della tecnologia a favore della salvaguardia del pianeta, tutti valori che stanno a cuore a CO.VE.I., concessionaria VOLVO, ISUZU e KÖGEL, che ha regalato quest’opera alla città di Catania.”
LIGAMA